La gjitonia : ruolo urbano e importanza sociale
Quasi tutti i paesi arbereshe sono stati felicemente inseriti nell'ambiente e si propongono come equilibrato prodotto dell'uomo e della natura. Al centro del tessuto urbanistico è la gjitonia ossia il vicinato. Sotto il profilo urbanistico si qualifica come un piccolo gruppo di case articolatointorno allo sheshi (spazio a cielo aperto) che prende il nome dalla famiglia più importante. La gjitonia rappresenta per gli arberesh, dopo il nucleo vitale della famiglia, l'altra dimensione sociale del vivere. In questi rioni infatti trascorrevano buona parte della giornata soprattutto le donne e i bambini, mentre gli uomini, che frequentavano cantine e piazze, avevano maggiori opportunità di relazionarsi con altri contesti socilai. Il gjitono era tenuto in grande considerazione perchè era presente in ogni necessità o bisogno: dalla raccolta dell'uva alle olive, dall'uccisione del maiale alla condivisione del lutto e di ogni altra esperienza di vita. Con il vicino di casa ci si scambiava ogni sorta di favore, ci si sntiva legati perchè per ogni evenienza, triste o lieta, il vicino era sempre presente. Recita un antico proverbio : giitoni me se gjiri, ossia il vicino più della parentela. gli abitanti della gjitonia si sentono inafatti legati da un forte vincolo di vivinato che è soprattutto vincolo di solidarietà umana. Quelle stradine, vissute da grandi e piccoli come estensione della propria abitazione, un tempo erano piene di vita. Le strette stradine erano invase dai canti delle donne e dalle grida allegre dei bambini che apprendvano la vita giocando e cos' facendo rinsaldavano i legami tra le famiglie. Oggi in quelle stesse stradine non gioca e non canta più nessuno. Il centro storico è affetto da molto mali e ia danni provocati dalla vetustà e dagli eventi naturali altri e più gravi sono arrecati da incauti proprietari e da una scarsa conoscenza e attenzione verso tutti quei particolari, dettagli costruttivi che definiscono l'identità insediativa e architettonica dei paesi arbereshe. Quei vecchi vicoli su cui affacciano finestre e balconi chiusi, con i loro suggestivi silenzi ci parlano di degrado edilizio e di spopolamento ma soprattutto ci ammoniscono ricordandoci di non dimenticare. Percorrendo i rioni più antichi è possibile imbattersi in scorci di grande suggestione capaci di suscitare forti emozioni non solo in chi li ha conosciuti e praticati nell'infanzia ma anche a chi si trova a percorerli per la prima volta. I caratteristici slarghi, le anguste viuzze, i diversi sopporti e ballatoio, evocano nitide e intatte immagini di microstorie, non ancora del tutto cancellate dal tempo. La casa, lo slargo, il vicinato, rappresentano una forma di testimonianza tangibile, di una civiltà. di un modo di vivere e sentire, che unitamente alla lingua, ai costumi e alle tradizioni, hanno definito e caratterizzato un popolo dando loro una identità culturale a cui oggi è giusto e doveroso dare maggiore visibilità.
domenica 23 agosto 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento